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Viterbo - Lettere - Scrive Cristina Ciucciarelli
Asl del nord in difficoltà per la colpa di noi terroni
Viterbo - 9 dicembre 2008 - ore 11,25

Riceviamo e pubblichiamo - Questo fine settimana mi sono trovata a Parma per motivi familiari e dovendo
prendere un medicinale, vado in farmacia con la classica ricetta rossa e la farmacista subito mi avverte che non era possibile in quanto proveniente da un'altra regione.

Come potevo fare? Vada dalla guardia medica qui di fronte (mi trovavo casualmente nei pressi del rinomato ospedale Maggiore) e se la faccia cambiare con quella della nostra regione mostrando la sua tessera sanitaria.

Niente di più facile. Entro nell'ambulatorio della guardia medica.

Un'infermiera che se avesse potuto, ti avrebbe preso a calci e pugni, chiamando
nomi di poveri vecchietti e ammalati extracomunitari a mezza bocca giacchè non
si sentiva assolutamente niente.

Il totale semiabbandono. Tocca alla mia ricetta. Entro.

Signorina, ma le serve proprio questa ricetta? (eh ma se sono venuta qua... ). Va bene, sono quindici euro, (ma come? Si perchè la regione Emilia Romagna si deve tutelare).

Le ho detto: "sa anche da noi Marrazzo ha applicato delle tariffe extra ultimamente sulle ricette mediche, probabilmente le Asl hanno bisogno di un po' di soldi.." Ma no da noi al nord la situazione è diversa, qui il fatto è che dal sud quelli vengono a trovare i parenti in massa e ci stanno giorni e giorni e non si portano mai i medicinali!

E quindi pretendono che noi gli facciamo le ricette... è inaccettabile (beh, certo è una situazione inaccettabile).

Veramente non credevo alle mie orecchie, il mio fidanzato, stava prendendo fuoco e si è limitato gentilmente a dirle che sicuramente era proprio per un problema del genere che si potevano verificare eventuali mancanze economiche nelle Asl della regione Emilia, chiaramente schernendola.

Ho preso la mia ricetta e andandomene le ho stretto la mano complimentandomi
per il suo aspetto estetico tipicamente nordico (occhi e capelli chiari) al limite dell'ariano.

Devo dire la verità. Non mi sono affatto sentita chiamata in causa, perchè il
comune concetto di terrone è molto variabile geograficamente.

Per un norvegese, infatti un tedesco è un terrone, ma solo il fatto che una donna, a maggior ragione un medico che lavora nel sociale, nel 2008 in una città  cosmopolita come Parma faccia dei discorsi del genere mi ha veramente fatto capire quanto a confronto è bella, aperta e gioiosa la mia città e, in senso assoluto,
quanto bisognerebbe un pò smitizzare queste grandi città del nord.

Cristina Ciucciarelli

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