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Viterbo - Vetralla servizi - Gli avvocati dei dipendenti spiegano come fare
"Il Comune assuma quei lavoratori"
Viterbo - 2 dicembre 2008 - ore 17,30

- La Vetralla servizi salvare si può.

A esserne sicuri sono Bruno Barbaranelli e Alfredo Perugi, avvocati di nove dipendenti, che a carte alla mano, spiegano come.

“Abbiamo assistito al Consiglio comunale di sabato scorso – dicono i due chiamati proprio per spiegare la situazione- dove la maggioranza ha perso una buona occasione per rimediare alla crisi della Vetralla Servizi e salvare il posto di lavoro di tutti i dipendenti. Resta il dubbio se questa sia la volontà effettiva dell’ente o se per inspiegabili ragioni la politica vetrallese continui a far finta di non capire che la soluzione giuridica che permette l’assunzione diretta nel Comune esiste ed è sotto gli occhi di tutti”.

I due avvocati, insieme al Foro di Roma, infatti, hanno fatto ricerche approfondite sulla vicenda.

“Oggi è quindi nostra intenzione precisare ulteriormente i termini della questione - continuano-, utilizzando concetti più diretti e per chiunque immediatamente comprensibili, al fine di illustrare la via da percorrere per assumere in tutta legittimità i dipendenti della Vetralla Servizi nei ruoli del Comune stesso. In modo che nessuno possa dire che non esiste una soluzione giuridicamente legittima o far finta che la stessa non gli sia stata ampiamente esplicata e compiutamente prospettata”.

Secondo i due avvocati “il legislatore della Regione Lazio con la legge n. 29/96 ha istituito i Cantieri Scuola e Lavoro disponendo all’art. 15 la possibilità di finanziare tali progetti a condizione che gli stessi 'garantiscano la continuazione dell'attività attraverso l'attivazione delle forme di gestione dei servizi pubblici previste dagli articoli 22 e 25 della legge n.142 del 1990'.

Sulla base di tale normativa -coninuano -, il Comune di Vetralla ha approvato il progetto di Cantiere scuola e si è, pertanto, impegnato con la delibera n. 107/01 alla stabilizzazione di tutti i cantieristi. La stabilizzazione, come accennato, doveva avvenire in una delle forme previste dall’articolo 22 della legge 142/90 che prevede in primo luogo l’assunzione diretta nei ruoli dell’Ente locale (ovvero, in alternativa, la costituzione di una istituzione, di una azienda speciale o di una spa o srl a capitale interamente pubblico).

Al fine – spiegano ancora - di rendere legittima la successiva assunzione nei ruoli dell’ente locale – già prevista come detto dalla legge regionale 29/96 - non a caso, infatti, è stato disposto che l’accesso al Cantiere scuola dovesse essere preceduto da regolare concorso.

Un concorso, pertanto, idoneo ad evitare lo svolgimento di altro concorso al termine del progetto”.

“A questo punto – sostengono Perugi e Barbaranelli -, a meno che non si voglia sostenere che la legge regionale 26/96 sia una legge incostituzionale, chiunque è in grado di capire che è la stessa legge regionale a permettere l’assunzione diretta. Ciò è confermato dal fatto che non è previsto in essa alcun ulteriore concorso, essendo sufficiente quello già sostenuto all’ingresso.

Questo era l’unico obiettivo che la Regione Lazio intendeva raggiungere con i Cantieri scuola: aiutare gli enti locali a formare nuovo personale da inserire negli uffici al termine dei due anni.

A questo punto, pertanto, visto che la stabilizzazione tentata con la Vetralla Servizi non è andata a buon fine e considerato che il vincolo alla stabilizzazione, come da autorevoli pareri rilasciati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, permane sempre ne deriva inevitabilmente che i cantieristi della Vetralla servizi possono essere assunti in tutta legittimità nei ruoli del Comune di Vetralla, avendo già sostenuto una idonea prova selettiva all’ingresso del cantiere scuola e lavoro. Medesimo iter – concludono i due avvocati - dovrà essere seguito per gli ex Lsu”.

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