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Mazzoli
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-“Ben venga l’interessamento di alcuni europarlamentari, resta pur sempre vero il fatto che ciò che chiedono è già da tempo all’attenzione del ministro Alessandro Bianchi, nonché una delle prime preoccupazioni di tutta la comunità locale”.
Il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli accoglie così la lettera inviata al ministro, in cui si sollecita un approfondimento sulla valutazione di impatto ambientale che il terzo scalo aeroportuale del Lazio potrebbe avere su Viterbo.
“Il tema dice Mazzoli rappresenta proprio uno dei motivi che hanno spinto Bianchi a posticipare la decisione sulla localizzazione dello scalo. Non si tratta dunque di un problema dell’ultimo minuto di cui non si è tenuto conto finora, al contrario ci si sta lavorando ormai da tempo perché ritenuto importante insieme a tanti altri, non ultimo quello della sicurezza”.
Riuscire ad avere l’aeroporto nel capoluogo è un traguardo “al quale puntano tutte le istituzioni locali e il mondo imprenditoriale continua in una unità di intenti che guarda a questa possibilità come la strada per far crescere tutta la provincia. Non siamo d’accordo con gli europarlamentari quando dicono che occorre tener conto della necessità di non costruire un numero eccessivo di infrastrutture sullo stesso territorio”.
Per decenni, la Tuscia ha infatti pagato a caro prezzo una carenza cronica sotto questo punto di vista. “Al contrario oggi, mentre si lavora concretamente sulla trasversale, bloccata da 30 anni, con la realizzazione dello scalo si avrebbe invece un nuovo impulso fondamentale sia per lo sviluppo economico, sia per quello relativo alle infrastrutture”.
Va da sé che i cambiamenti ci saranno, eccome. “Se un grandissimo numero di Comuni, così come la Provincia, ha deliberato a favore della nascita dello scalo a Viterbo conclude Mazzoli - è perché si è diffusa la consapevolezza che si tratta di un’opportunità più che positiva. E lasciarsela sfuggire, per tutto il territorio equivarrebbe a perdere un altro, ennesimo treno”.