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Un momento della conferenza stampa dei carabinieri
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- 28 persone coinvolte e 10 madati di arresto. Un giro di affari da 10 milioni di euro. E’ questo il risultato dell’operazione "Longa Manus" portata a termine dagli uomini del comando Tutela Ambiente contro un traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi.
I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal Gip, Gaetano Mautone, su richiesta dei Pm Franco Pacifici e Stefano D'Arma, per i reati di attività organizzata finalizzata al traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e falso in atto pubblico e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.
Tra le persone arrestate questa mattina il sindaco di Montefiascone Fernando Fumagalli, l'assessore Valdo Napoli e il segretario comunale Luciano Carelli, accusati di corruzione, nell'ambito della concessione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Montefiascone.
Gli altri arrestati sono fino ad ora: Bruno Mancini di Tuscania, Massimo Jandolo di Roma, Antonio Sini di Civitacastellana, Fabio Boni e Luigi Ferri.
I titolari della Econet, la società incaricata del servizio, Angelo Bologna e il figlio Giuseppe Maria, sono per ora irreperibili, inoltre sono stati denunciati i titolari aziende agricole del viterbese che smaltivano illegalmente sui loro terreni rifiuti spacciati per compost con false certificazioni rilasciate da laboratori di analisi compiacenti.
L’inchiesta ha svelato - come è stato messo in evidenza nel corso di una conferenza stampa dei carabinieri - l'esistenza di una struttura ben organizzata finalizzata al traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti da fanghi di depurazione contenenti alte concentrazioni di piombo, nichel, cadmio zinco e mercurio, terre di bonifica inquinate da Pcb, nonché altri rifiuti tossico-nocivi, tutti particolarmente
dannosi per l'ambiente e la salute dell'uomo, destinati a tre discariche di Toscana, Puglia e Sardegna e terreni agricoli della provincia di Viterbo.
23 mila tonnellate tra rifiuti tossico e pericolosi sono stati smaltiti illegalmente in Sardegna, Toscana, Lombardia dall’agosto 2006. Una parte dei materiali miscelati con rifiuti organici normali è stata riversata anche su terreni agricolo nel Viterbese.