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Riceviamo e pubblichiamo
- Fantasia al potere. Il traffico creativo illumina l’assessore.
Siamo di nuovo alla improvvisazione, alla presentazione di un ennesimo piano del traffico, creato, studiato, deciso, proclamato dalla giunta comunale.
Dobbiamo dunque affidarci ai miracoli e rinunciare per sempre ad intraprendere una strada possibile per dare spinta e credibilità a quel progetto di recupero e valorizzazione del centro storico.
Una esigenza per cui più parti, a cominciare dalle associazioni di categoria, coordinamenti, studiosi e cittadini rilevano da anni la necessità di una tutela generale della città di Viterbo.
In questa fase, si propone indifferibile una azione amministrativa che colga l’obiettivo strategico di marcare una identità certa e di farne motore e fattore di competizione e sviluppo.
Il centro storico è la componente essenziale di questa identità che va esaltata agendo su due direttrici di fondo, una azione sistematica e capillare di recupero strutturale del centro storico e la realizzazione di grandi interventi che agiscano su equilibri e staticità che stanno condannando il centro, necessarie a ridare dinamicità e nuove prospettive, orientando diversamente flussi e percorsi, creando nuove opportunità di aggregazione sociale e di interesse produttivo, in un asse strategico che esalti l’identità urbana coniugando innovazione e tutela.
In questo contesto è ipotizzabile ad esempio anche un sostegno, attraverso incentivazioni significative e/o agevolazioni tributarie, di una grande azione di intervento sull’arredo urbano, in particolare facciate ed infissi, orientata da un disciplinare che tenda a valorizzare le peculiarità architettoniche ed i materiali e le metodologie tradizionali, integrata quando e come possibile con i benefici d’imposta previsti dalla legislazione nazionale, che attivi risorse dei privati e mobiliti in forma convenzionata le nostre migliori tradizioni artigiane e professionali.
Commercio e centri storici vitali sono concetti inscindibili. Nel senso che un centro storico che dovesse perdere le ragioni di aggregazione e di socializzazione rappresentate dalle funzioni commerciali lì localizzate per secoli naturalmente, equivarrebbe a pensare ad un improbabile ed inutile museo a cielo aperto.
E’ noto quanto profondi mutamenti sociali e culturali abbiano inciso sui modi e sui tempi dei consumi e di quanto oggi questi siano connessi all’uso dell’auto.
La linea che tende a limitare l’accesso e il traffico veicolare nei centri storici trova adesione ed opposizioni con opposte motivazioni, rispettose di diverse esigente, bisogni.
Appare tuttavia possibile arrivare alla chiusura o ridurre una parte di questo traffico, fin da subito, con una politica di incentivazione del posteggio a rotazione nel centro storico, insieme con la creazione di nuovi parcheggi o autorimesse sul limite del centro storico.
Senza parcheggi è impossibile chiudere o limitare il traffico nel centro storico.
E’ necessario un adeguato governo del processo delle politiche urbane fortemente partecipato, in cui l’Istituzione venga messa nelle condizioni di fornire gli indirizzi, coordinare e realizzare i programmi integrati.
Bisogna disporre di un comitato tecnico-scientifico ed istituire un laboratorio di città affinché i cittadini, le categorie, le associazioni siano co-protagoniste del progetto di riqualificazione mediante un coinvolgimento diffuso e consapevole.
Democratici di Sinistra
Sezione “Gramsci”