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Viterbo - Lettere - Scrive Giovanni Firmani
Troppo pericoloso "posteggiare" la Macchina a S. Sisto
24 agosto 2007 - ore 17,00
Riceviamo e pubblichiamo
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Ali di luce dopo il crollo
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- Al di là del fattore emotivo e dell’aspetto religioso, ci sono elementi su cui riflettere dalla tromba d’aria di ieri (che a me che abito vicino a San Sisto non è parsa così eccezionale, tanto che non me ne sarei accorto, se non avessi notato dopo un po’ lo strano affollamento sotto casa: le antenne sui nostri tetti stavano ancora lì, così come i panni stesi e le suppellettili sui balconi, né sono sbattute finestre e persiane).
La realtà è che ogni anno per circa un mese gli abitanti inconsapevoli della zona e i passanti convivono con un potenziale pericolo.
Non è successo nulla e le trombe d’aria da noi sono un fatto raro (in aumento col cambiamento del clima), ma la macchina di Santa Rosa, al di fuori dei giorni del trasporto, può essere definita, senza offesa o idea di poter passare per blasfemi, come un campanile senza fondamenta esposto ai venti e alle intemperie.
La protezione di tela, benché voglia proteggerla da sguardi indiscreti prima del giorno fatidico del trasporto, amplifica il pericolo da esposizione ai venti, tanto che è facile pensare che senza quella protezione l’impalcatura avrebbe potuto resistere all’evento allo stesso modo che hanno fatto le paraboliche sui tetti delle case: i tralicci nudi lasciano passare i venti, mentre legargli dei teloni attorno è come trasformarla in una altissima barca a vela ormeggiata fuori dall’acqua.
Penso che ieri, con un forte vento in altra direzione, le impalcature sarebbero potute anche cadere sulla piazza colpendo chi vi si fosse trovato.
Concludo solo per dire che, se nulla accade per caso, il futuro potrà offrire maggiore sicurezza ai viterbesi.
Propongo quindi di trovare una soluzione utile: riducendo i giorni di permanenza della macchina montata a San Sisto (se ora, in emergenza, riusciranno ad assicurare il trasporto in una settimana, vuol dire che non serve montare la macchina un mese prima); facendo in maniera che non possa crollare in alcun modo in avanti sulla via Garibaldi o dal lato opposto al campanile (forse già c’è questa sicurezza, ma non lo sappiamo); verificando se la presenza di teloni fissi a copertura dell’impalcatura non costituisca un maggiore potenziale pericolo derivante dal lungo stazionamento della macchina e tenuto conto che i temporali normalmente ci sono proprio nel periodo che va da ferragosto ai primi di settembre.
Con inalterata ammirazione per lo spettacolo del trasporto, mi sentirei un abitante più tranquillo se qualcuno di questi suggerimenti venisse preso in considerazione, mentre mi dà poca rassicurazione l’osservazione che ho letto ieri secondo cui la santa ci avrebbe messo una mano a parare la caduta.
Giovanni Firmani
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