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L'assessore Di Meo |
- “Il documento di Rifondazione comunista, a me non risulta e non risulta nemmeno al presidente Mazzoli”. Taglia corto, l’assessore provinciale Di Meo, sulle voci di un documento, fatto recapitare ad Alessandro Mazzoli, in cui si chiede la testa o meglio, la poltrona dell’esponente dei Comunisti Italiani.
“Io prosegue Di Meo devo essere giudicato per il lavoro svolto. Un anno fa, sono entrato in un momento difficile, c’erano i carabinieri e la procura per accertamenti. Ma abbiamo superato tutto. Posso stare più o meno simpatico a Rifondazione, ma il giudizio va dato sui fatti”. Poi il dato politico.
I Comunisti Italiani precisa l’assessore alle provinciali hanno conquistato cinquemila voti, alle politiche 5.196, il partito esiste. Siamo la quarta forza dell’Unione”. Un passaggio delicato, quello che sta attraversando la maggioranza a Palazzo Gentili. Domani torna a riunirsi il consiglio, un appuntamento cui la giunta Mazzoli arriva senza ancora essere passata attraverso la verifica, di cui lo stesso presidente ha ribadito l’esigenza. Mentre Di Meo continua ad essere sotto l’occhio del ciclone. C’è chi giura di averlo visto festeggiare, a Fabrica di Roma, per la vittoria del sindaco Udc, Palmegiani. Apriti cielo.
“Ero nei locali della sezione uno spiega Di Meo dove si raccolgono tutti i dati. Quando è arrivato il risultato finale, ne ho preso nota, ho fatto gli auguri e me ne sono andato. In un piccolo paese, i rapporti ci sono con tutti. Nella lista avversaria c’è il vice preside della scuola di mio figlio e un vicino di casa. Un semplice saluto è cosa diversa dal festeggiare che non c’è assolutamente stato. Non ero presente solo io, c’erano i rappresentanti di più liste. Se poi, c’è qualcuno che ama pescare nel torbido, il discorso cambia”.
La replica ufficiale di Di Meo
In merito all’articolo apparso sulla stampa locale in cui vengono descritti i presunti festeggiamenti che i “signori Di Meo” avrebbero fatto con il centro destra di Palmegiani, è giusto ricostruire i fatti per come sono realmente accaduti. Insieme a vari candidati di tutte le liste presenti alle elezioni amministrative di Fabrica di Roma, ci siamo recati alla sezione numero 1 alle scuola elementare al centro del paese, che è quella che raccoglie i dati di tutte le sezioni, rende noti i dati definitivi e proclama gli eletti.
Tanto è vero che alla proclamazione siamo andati via e non abbiamo né festeggiato, né “mangiato alcun cibo” con la destra, che resta da sempre, nel nostro dna, l’avversario politico da battere, rammentando a tutti che i Comunisti italiani sono nati per essere politicamente e strategicamente la sinistra del centrosinistra, come peraltro dimostrato fino ad oggi a tutti i livelli, anche in questa provincia.
E non erano presenti solo i “signori Di Meo” ma anche altri candidati della lista civica “Fabrica per i cittadini”. Una lista che non aveva il simbolo del partito proprio perché si è preferito cercare un maggiore coinvolgimento e partecipazione dei cittadini. In paese per chi non conosce la realtà locale esistono dei rapporti che vanno al di là della politica, per una persona che ci abita da circa 20 anni. Trovo quindi superfluo dire che non abbiamo festeggiato con nessuno ma anzi, parlando anche con il responsabile dei Verdi, abbiamo convenuto che vada ricostruito da subito un percorso politico dell’Unione a Fabrica di Roma.
Stefano Di Meo
Assessore all’ambiente della Provincia di Viterbo