 |
Ferindo Palombella |
Senza Filtro - “Un ruolo più attivo delle Camere di Commercio per lo sviluppo economico del Paese” è quanto emerge dal documento presentato nei giorni scorsi dal presidente della Camera di Commercio di Viterbo Ferindo Palombella, all’assemblea dell’Associazione Interregionale delle Camere di Commercio di Abruzzo, Lazio, Marche, Molise, Toscana e Umbria, della quale è stato recentemente nominato presidente. Unanime il consenso dei Presidenti degli Enti camerali presenti all’incontro, che hanno pienamente condiviso l’analisi e le proposte formulate.
“Oggi le Camere di Commercio dichiara Palombella hanno una notevole capacità operativa e propositiva per lo sviluppo dell’economia e del sistema delle imprese, svolgono un ruolo di sintesi delle istanze associative e non solo di rappresentanza, possono vantare una maggiore efficienza, efficacia e trasparenza amministrativa; hanno accresciuto il senso di appartenenza a un sistema a rete diffuso; sono passate da Enti pubblici ad Autonomie funzionali. Ma a oltre dieci anni dall’emanazione della Legge 580, appare improcrastinabile l’avvio di una fase di profondo e serrato confronto interno ed esterno che porti a una innovativa riforma del sistema”.
“A livello locale continua Palombella è necessario impegnarsi per la valorizzazione e il rafforzamento del rapporto con le locali Associazioni di categoria, definendo ruoli e obiettivi comuni. Ciò consentirà di fare fronte comune sui temi strategici e a valenza trasversale individuati nei rapporti con le istituzioni locali e con la politica. Inoltre è evidente la necessità che in occasione dei rinnovi dei consigli camerali a livello regionale si evitino quelle interferenze politiche che, alterando i rapporti di forza localmente esistenti ed i sottesi equilibri, producono l’eccessiva durata delle procedure di nomina”.
Più complessa appare la partita sul fronte nazionale: “Bisogna insistere con le istituzioni governative e parlamentari prosegue Palombella per il definitivo riconoscimento delle Camere di Commercio, anche nelle loro forme associative di livello regionale e nazionale, come i soggetti istituzionali deputati all’esercizio delle funzioni relative alle tematiche dello sviluppo economico e della promozione delle attività imprenditoriali. Un riconoscimento che dovrebbe comportare l’ingresso di diritto di Unioncamere nella Conferenza permanente Stato-Regioni e nel CIPE. Inoltre è possibile prevedere un meccanismo di adesione delle stesse Associazioni di categoria nazionali a UnionCamere, sul modello di quanto avviene in altri paesi europei, come la Spagna sul modello del Consejo”.
Il documento propone anche delle modifiche all’interno del sistema camerale: “Occorre, tra l’altro puntualizza Palombella , ridefinire l’aspetto della rappresentanza all’interno dei vari organi camerali, delle istanze espresse sul territorio dalle varie Camere di Commercio. Ipotizziamo a una modifica statutaria che consenta, all’interno degli Organi di vertice di Unioncamere, la presenza di soggetti portatori di interessi riconducibili a specifiche realtà economico-territoriali”.
“E’ chiaro che tutto ciò conclude Palombella non può prescindere da un continuo processo di consapevole rafforzamento, a tutti i livelli provinciale, regionale e nazionale della presenza, sulla scena economica e politica, delle Camere di Commercio in quanto istituzioni”.