Senza Filtro - Ringrazio sinceramente il caporedattore della redazione di Viterbo del “Messaggero” per la solidarietà espressa ai giornalisti del “Corriere di Viterbo” (che mi permetto di estendere a tutti i giornalisti, ai poligrafici e ai collaboratori del gruppo “Corriere”) che non hanno ancora ricevuto gran parte delle spettanze relative al mese di aprile.
Ma ho la netta sensazione che il collega Sassi utilizza (o sfrutta?) una situazione particolare per impartire una stantia e inaccettabile lezione di “moralità sindacale”, francamente insopportabile.
Purtroppo, torna a galla la solita “puzzetta sotto il naso” che caratterizza i comportamenti di molti colleghi del “Messaggero”.
La prima considerazione è che l’adesione agli scioperi non ha assolutamente nulla a che fare con il mancato pagamento dello stipendio: tale evenienza deriva invece da un contenzioso in atto tra la vecchia e la nuova società di gestione del gruppo.
Che c’entra questo con la partecipazione agli scioperi? Secondo me, assolutamente nulla. Si tratta, dunque, di una correlazione capziosa e del tutto arbitraria.
Ma, visto che il tema è stato sollevato, è opportuno non sottrarsi all’argomento. Si potrebbe semplicemente dire che in Italia esiste, per fortuna, la libertà di scioperare, ma anche di non aderire.
E’ una frase scontata, ma innegabile.
Giova invece maggiormente ricordare che ognuno di noi ha un storia e un percorso dai quali non è possibile prescindere. Chi scrive non è più iscritto al sindacato da molti anni. E’ una mia scelta (motivata) che ai lettori di Tusciaweb - credo - interessa davvero assai poco.
Per quello che conta, la mia personale stima nei confronti degli attuali, ma soprattutto dei precedenti, vertici della Fnsi è praticamente pari a zero.
Ma vale la pena anche chiedersi che necessità ci fosse di rendere nota questa solidarietà a Tusciaweb, senza averlo fatto direttamente ai giornalisti del “Corriere di Viterbo”.
La solidarietà (come la beneficenza…) appartiene alla sfera intima di ognuno di noi e non ha bisogno di essere pubblicizzata su un sito web (o magari dal palcoscenico di un teatro…).
Si è solidali (o benefici…) e basta. Senza bisogno di farlo sapere in giro (magari anche con una bella foto sul giornale…).
Colgo, peraltro, l’occasione per ringraziare il collega Andrea Acali del “Tempo” per quanto ha scritto direttamente con una email alla redazione del “Corriere di Viterbo”.
Tutto ciò rafforza la brutta sensazione che la solidarietà espressa fosse solamente l’occasione per dire altro. A pensar male sicuramente si fa peccato, ma…
Certe lezioni di deontologia per quanto mi riguarda tornano direttamente al mittente.
Mi dispiace per l’occasione persa da parte di qualcuno e, soprattutto, per aver annoiato i lettori di Tusciaweb, ai quali delle querelle fra giornalisti interessa meno di niente. Cordiali saluti
Nicola Savino
Caposervizio del “Corriere di Viterbo”