Senza Filtro - Torniamo, come da sempre abbiamo fatto, a occuparci della “casa protetta” di Civita Castellana e per farlo abbiamo atteso di essere lontani da periodi pre- e post-elettorali, nella speranza che il sindaco in carica, l'attuale direttore della Ater Viterbo e la giunta della Regione Lazio da poco eletta, lontani dal clamore delle campagne elettorali riescano finalmente ad ascoltarci e prendano a cuore le sorti di questa struttura progettata per far fronte ai disagi di molte persone anziane, sole e non autosufficienti.
Tutti conoscono la storia di questa struttura ma non tutti la ricordano così bene da poter avere una idea veramente chiara sul come si è arrivati ad una situazione che oggi possiamo definire quantomeno grottesca. Dunque proviamo a ripercorrerla almeno per sommi capi e, per mantenere l'attenzione solo sui fatti, tralasciando nomi e collocazioni politiche .
Iniziata nel 1998 ha visto coinvolte tre amministrazioni comunali, tre amministrazioni Regionali e gli ultimi due consigli di amministrazioni della Ater Viterbo senza arrivare al fine lavori
1998 -
*La prima amministrazione comunale lancia l'idea, approva il progetto, reperisce i fondi per realizzare il 50% dell'opera e prepara il piano economico per reperire le somme necessarie a terminare la struttura in tempi brevi.
*La prima amministrazione regionale contribuisce in parte alla copertura parziale dell'importo necessario con un finanziamento erogato direttamente al Comune.
1999-
*Entra in scena la seconda amministrazione comunale che, dopo aver deciso di non ricorrere al piano economico previsto per finanziare l'intera struttura, delibera di adoperare soltanto i soldi lasciati in cassa dalla giunta precedente e approva uno stralcio “funzionale” dell'opera.
2001-
*Sempre la seconda amministrazione comunale licenzia il bando di gara.
2004-
*Abbiamo ancora la seconda amministrazione comunale che :
-Nel mese di maggio inaugura il primo stralcio “funzionale” e subito dopo
-Nel mese di settembre delibera che questo primo stralcio inaugurato e non ancora utilizzato non è più funzionale e che è necessario ricercare nuovi finanziamenti per terminare l'opera.
2005-
*Entra in scena la seconda amministrazione regionale e delibera un nuovo finanziamento. Questo finanziamento non viene erogato alla amministrazione comunale ma alla Ater Viterbo con la quale, per realizzare tutto il progetto, si rende necessario costituire una società al 50% sia per la proprietà della struttura che per la successiva gestione.
Oggi, giugno 2005, abbiamo in carica la terza amministrazione comunale, la terza amministrazione regionale il secondo consiglio di amministrazione della Ater, ma la residenza collettiva per anziani con modulo di Rsa è ancora chiusa e non è possibile sapere quando il secondo stralcio sarà realizzato.
Sono otto anni che i cittadini anziani di Civita Castellana e le loro famiglie aspettano di vedere terminata e funzionante questa struttura nella quale hanno riposto molte aspettative.
Oggi questi cittadini, nella grande maggioranza nostri iscritti, non sono interessati a conoscere di chi sono le colpe, ne hanno la volontà di ascoltare dietrologie, polemiche o promesse già fatte. Non vogliono essere ancora presi in giro da politici in cerca di visibilità ma vogliono soltanto ascoltare parole convincenti e date certe da chi ha in questo momento e per questa struttura, la responsabilità di decidere e fare: il sindaco di Civita Castellana, il direttore della Ater Viterbo, la Regione Lazio.
Belloni Angelo
Spi - Cgil
Civita Castellana