Lettere al direttore - Sport - Scrivono Cordeschi e Mutolo
Vorremmo che la Viterbese
fosse iscritta al campionato di C2...
23 maggio 2006 - ore 15,55
Senza Filtro - Caro direttore,
da vecchi cuori gialloblù, vorremmo vedere finalmente realizzati alcuni desideri. Piccoli piccoli. Del tutto compatibili con lo stato delle cose gialloblù quale emerge dal fil rouge teso in questi anni dal sito www.viterbesecalcio.com, con una pazienza e una tenacia di cui speriamo ci sarà dato atto.
Abbiamo sempre interpretato la nostra passione calcistica così come pensiamo dovrebbe essere in generale interpretata.
Rubando le parole al poeta Giovanni Raboni (1932-2004). “Si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita, di se stessi, di quello che si è stati, di quello che si spera di continuare a essere. E’ un segno, un segno che ognuno riceve una volta per sempre, una sorta di investitura che ti accompagna per tutta la vita, un simbolo forte che si radica dentro di te, insieme con la tua innocenza, tra fantasia, sogno e gioco”.
Cosa vorremmo, dunque, per le maglie gialloblù?
Innanzitutto che la Viterbese fosse iscritta al campionato nazionale professionisti di serie C2. La categoria che oggi ci appartiene e che per due anni siamo riusciti a conservare. Grazie ai risultati ottenuti sul campo e che, talora, le vicende societarie hanno fatto del tutto (e forse di più) per vanificare.
Poi che lo società fosse in mano a una dirigenza formata da persone normali e dotate di buon senso. Capaci di avviare e completare quel programma triennale, del tutto compatibile con le possibilità socio-economiche del contesto (che non sono affatto così mediocri come si vorrebbe far credere) in grado di assicurare un futuro finalmente solido alla “realtà gialloblù” consolidatasi in 10 anni di professionismo.
Per avviare un vero salto di qualità a livello organizzativo e logistico. Il solo in grado di assicurare una crescita vera e che potrà consentire di scalare - nei tempi e nei modi necessari - le posizioni che porteranno le maglie, per loro esclusivi meriti, ai livelli che ad esse competono e cui hanno dato prova di poter aspirare.
Ancora che la Viterbese calcio, fatta miseramente e inesplicabilmente fallire nel 2004, venisse risarcita del danno subito. In tutte le sedi opportune. Nessuno, e tanto meno noi, è così folle da chiedere la serie B.
Specie quando la società, e il contesto nel suo insieme, si dimostrano incapaci di assicurare l’iscrizione nei tempi dovuti alla C2. Come di allestire per tempo la rosa dei giocatori che scenderà in campo.
E però vorremmo veder infine avviato quel soprassalto etico-politico che porti a pagare il dovuto a chi ha deliberatamente affossato e depredato (nel corso del tempo, e non solo nel 2004) la Viterbese. Niente di più e niente di meno. Per farlo occorrerebbe una volontà e una comunione di intenti di cui però non c’è traccia.
E’un peccato (quasi mortale) non vederla. Proprio mentre siamo di fronte all’8 settembre del calcio nazionale. E, dunque, ciascuno dovrebbe contribuire a ricostruire il prodotto assumendosi le responsabilità che gli competono.
Infine, vorremmo finalmente veder giocare “quelle maglie gialloblù” all’interno di un Rocchi ristrutturato. Era stato promesso, nel 2004, che ciò sarebbe avvenuto in tempi brevi. Non è stato così.
Ci chiediamo, allibiti, se sarà mai così.
Eppure ci è stato insegnato che ogni promessa è un debito. Sarebbe profondamente ingiusto e sleale venire meno alla promessa data.
E in tal modo vanificare le attese di una città che, da 30 anni, attende di poter disporre di uno stadio degno di questo nome. E non di un campo sportivo, come quello su cui vedevamo giocare la Viterbese una vita fa.
Sergio Mutolo
Stefano Cordeschi
www.viterbesecalcio.com
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