Viterbo - Barco - Prestininzi fa un appello a sindaco e Ater
"Non va bene quel palazzo al posto d'una piazza"
22 maggio 2006 - ore 18,40
Senza Filtro - L’Istituto autonomo per le case popolari (Ater) sta per realizzare a Viterbo, nove alloggi e tre locali commerciali in un’area situata nel quartiere Barco, in via Monti Cimini, in corrispondenza dell’incrocio con via Monte Cervino. L’edificio è articolato su 4 piani fuori terra ed uno interrato destinato a box auto, cantine di pertinenza degli alloggi, magazzini relativi ai locali commerciali.
Forse è opportuno precisare che gli alloggi in questione non sono case popolari ma immobili che l’Ater mette in vendita per tornaconto economico.
L’ente ha ottenuto un regolare permesso a costruire rilasciato, in data 20/09/2006, dal comune di Viterbo.
Il piano regolatore vigente, risalente agli anni 70, consente la costruzione di edifici a scopo abitativo sul lotto in questione. Una successiva modifica approvata nella precedente consigliatura ha integrato l’uso commerciale alla precedente destinzione.
Lo strumento urbanistico, che ha previsto l’edificabilità su quell’area è vecchio e obsoleto e non tiene conto delle profonde modifiche che sono intervenute nel quartiere più popolato della città di Viterbo.
Numerosi cittadini della zona hanno manifestato la loro contrarietà alla realizzazione di un’opera che elimina uno spazio vissuto come una piazza dagli stessi, da più di venti ani.
Un palazzo calato, nell’attuale contesto urbanistico caratterizzante quella zona, è completamente fuori luogo perché limita fortemente la visuale in un incrocio che è divenuto pericoloso per l’intenso traffico veicolare che si è determinato in seguito all’aumentato numero dei residenti e all’utilizzazione di via Monti Cimini e di via Monte Cervino per i collegamenti con la Cassia Cimina, con i due grandi centri commerciali locali, con i campi da calcio del Barco e della Murialdina, con il palazzo dello sport, con gli impianti sportivi annessi alla parrocchia del Murialdo e con la piscina comunale.
La ferma opposizione alla realizzazione di quel fabbricato non dovrebbe essere dettata soltanto da ragioni immediate legate alla formazione di un nodo di conflitto veicolare in contraddizione con la tendenza attuale che suggerisce la creare di rotonde per fluidificare il traffico.
Non c’è alcuna logica che sottende all’interruzione di una prospettiva decente che si è determinata in quella zona del quartiere Barco, grazie alla “distrazione” dei costruttori che involontariamente hanno regalato ai cittadini, per quasi trenta anni, una piazza esattamente nel luogo in cui qualsiasi onesto urbanista l’avrebbe progettata.
Faccio appello al direttore generale dell’Ater e al sindaco di Viterbo affinché si incontrino per tentare di trovare una soluzione idonea a scongiurare la realizzazione di un’opera definibile masochista per la città tutta.
Faccio appello ai residenti del quartiere Barco affinché facciano sentire la loro voce in proposito.
Temo infatti che in assenza di una forte, immediata e pacifica pressione della popolazione locale la prima colata di cemento non si farà attendere molto.
Marco Prestininzi
Consigliere Comunale di Rifondazione Comunista
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