Senza Filtro - Uno degli elementi di maggiore attrattiva per quanto riguarda la competitività di una città e del suo territorio è costituito dalla qualità della vita che in essa si conduce, questa si manifesta nell'organizzazione e la gestione degli spazi pubblici, delle aree di svago quali piazze, parchi, stazioni, fermate di mezzi pubblici, nonché nella progettazione degli spazi urbani preceduta da un'attenta analisi delle attività e dei servizi da essa erogati.
La vicenda dalla “Pinetina” è emblematica per valutare il grado di attenzione per il verde urbano dell’amministrazione comunale (e non solo) nella programmazione urbanistica.
Un susseguirsi di improvvide scelte, di colpevoli lassismi, a spianato il pensiero “amministrativo” della inevitabile rassegnazione all’avanzare delle ruspe e alla continua cementificazione, come unico strumento di sviluppo e occupazione per la città di Viterbo.
Credo che ormai siamo ben lontani dal considerare il verde come semplice fatto meramente decorativo per le nostre città.
Le funzioni del verde urbano sono soprattutto riconosciute nel controllo ambientale, quali variazioni climatiche, depurazione dell’aria, attenuazione dei rumori, ecc.
Misurare la sostenibilità del verde, che può rappresentare un elemento importante al conseguimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile a livello urbano, è uno degli elementi perseguiti dai processi di Agenda 21 locale.
Tali processi adottati dalle amministrazioni locali non dovrebbero essere soltanto esercizi (costosi) di autocompiacimento e di verifica della propria posizione nelle classifiche delle più o meno brave città italiane, ma dovrebbero essere uno strumento tecnico capace di modificare, migliorare la vivibilità del nucleo urbano.
Le vicende della Pinetina e del progetto per il parco dell’Arcionello ci dimostrano che c’è un solo progetto politico dell’amministrazione comunale ispirato da una economia del cemento che esprime la cultura del verde urbano con i fiori ed i verdi prati delle rotatorie stradali o con le isole felici dei boulevard che spezzano in due la città.
Comitati, associazioni, cittadini continuiamo le battaglie per uno sviluppo sostenibile della nostra città, non lasciamo che il problema del degrado della città si riduca al solo strumento di polemica politica interna alla maggioranza che controlla la vita amministrativa della città.
Il basso profilo amministrativo della corsa alle segnalazioni per “rifacimenti” e “pulizie” di strade e marciapiedi, anche se comunque lodevole sul piano della manutenzione ordinaria, evidenzia una strumentalizzazione politica, tutta interna alla maggioranza, una mancanza storica di programmazione degli interventi, e una mancanza di potere propositivo e decisionale delle circoscrizioni tali da metterne in discussione il ruolo istituzionale e la loro gestione.
E’ possibile pensare ad una grande iniziativa promozionale che attivi una diffusa opera di risanamento e valorizzazione del centro storico e della zone periferiche di una città con una naturale vocazione all’arte, alla cultura e al turismo?
Si può iniziare anche dalle piccole scelte di cura e pulizia del centro e di tutto l’arredo urbano, magari anche con l’apporto concordato e partecipato delle categorie produttive?
Democratici di sinistra
Sezione “A. Gramsci” di Viterbo