- E Fioroni porta la politica viterbese in serie A. Per la prima volta un ministro viterbese al governo.
Giuseppe Fioroni è ministro dell’Istruzione. Uno dei ministeri è più importanti e significativi.
Un incarico di grande delicatezza sul piano politico e sociale.
Per tutta la Tuscia si tratta di un grande riconoscimento.
E da quando il centrosinistra ha vinto le elezioni s’è visto subito che qualcosa è cambiato.
Per dirla in soldoni: non era mai capitato di dover scrivere di addirittura due possibili ministri. Infatti, anche un altro viterbese, come il rettore Marco Mancini, ha sfiorato il bersaglio. Questo significa che per la prima volta la Tuscia esprime una classe dirigente di primo livello sul piano nazionale.
Significa che Fioroni e Mancini, oggettivamente, al di là delle simpatie o meno, sono in grado di giocare sul tavolo nazionale della politica.
Soddisfazione quindi per Fioroni e la consapevolezza che il governo Prodi ha perso l’occasione di avere un competente, abile ministro dell’Università in Mancini. E bene ha fatto Diliberto ha combattere fino all’ultimo per farlo nominare.
In passato ci sono stati ministri nati o abitanti nella Tuscia. Da Sterpa, a Fantozzi, a Battaglia. Ma non erano radicati nella Tuscia e non erano percepiti come viterbesi. Con Peppe (e non Beppe come si ostina a scrivere la stampa nazionale) Fioroni è un’altra cosa.
“Peppe è di Pianoscarano”, commentava oggi una barista. Come dire “è proprio uno di noi”.
Insomma un evento storico per la Tuscia. E va detto che non è un caso isolato.
Sempre al di là delle simpatie politiche, va ricordato che in questo momento la Tuscia esprime altri tre parlamentari: Sposetti, Marini e Laura Allegrini. Giulio Marini in particolare, per la sua storia, sarà capace di fare sistema anche con gli esponenti degli altri partiti pur di difendere gli interessi della Tuscia.
E poi c’è un un assessore regionale, Regino Brachetti, il capogruppo dei Ds Giuseppe Parroncini, il consigliere Nando Gigli. Mai era stata espressa da questa provincia tanta “potenza” politica.
Se non si faranno il raddoppio della Cassia e la Trasversale questa volta non si faranno più.
Questa è una grande occasione per la Tuscia e “Peppino”, come lo chiamano gli amici, è la sua punta avanzata. Quello che può fare gol pesanti per la Tuscia.