- Prese il via anche da Viterbo l’indagine giudiziaria su Moggi e la Gea. Un esposto del sindaco Gabbianelli mise in moto prima la magistratura viterbese che passò, poi, per competenza le carte a quella romana.
L'inchiesta della magistratura romana su Luciano Moggi e i vertici della Gea, tra i quali il figlio dello stesso Moggi, Alessandro, Chiara Geronzi e Franco Zavaglia, amministratore delegato della società, sarebbe stata avviata partendo anche partendo da Viterbo nell'estate del 2004.
Una delle prime intercettazioni telefoniche, infatti, riguarda una conversazione telefonica tra Luciano Moggi e Innocenzo Mazzini, vice presidente dimissionario di Federcalcio. Nella telefonata si parla esplicitamente della Viterbese.
A far partire il filone viterbese dell'inchiesta era stato, nell'estate del 2004, il sindaco Giancarlo Gabbianelli, che, dopo l'estromissione della Viterbese calcio dal campionato di C1 da parte della Lega per gravi inadempienze societarie, presentò un esposto alla procura della Repubblica con il quale chiedeva che fosse fatta luce su eventuali responsabilità della società gialloblù e della stessa Lega nel crack della Viterbese.
Ascoltato dalla procura, Gabbianelli raccontò che l'amministratore delegato della Gea, Franco Zavaglia, dopo la sentenza del Consiglio di Stato a favore della Viterbese, lo
contattò invitandolo, con minacce più o meno palesi, a rinunciare all'iniziativa.
Il sindaco gli rispose che non si lasciava intimidire e che sarebbe andato fino in fondo.
Tra la fine di agosto e il settembre del 2004, in successione, la procura di Viterbo interrogò anche i vertici della lega e della Gea. Tutta la documentazione fu inviata per competenza alla procura di Roma finendo nell'inchiesta che ha portato all'iscrizione
nel registro degli indagati di Chiara Geronzi e Franco Zavaglia.
Questo il contenuto della prima intercettazione viterbese di una telefonata tra Moggi e Mazzini
Mazzini: “E il Consiglio di Stato che ha fatto?”.
Moggi: “Il Consiglio di Stato?”.
Mazzini: “Sai che ha fatto? Ha riammesso il Como e la Viterbese”.
Moggi: “Ma va! Ha riammesso il Como e la Viterbese? Ha messo in crisi la Federazione!”.
Mazzini: “Eh. E a questo punto si è riammessa l'Ancona in C2, è l'unica cosa
buona questa!”.
Moggi: “E' un bel casino questo!”.
Mazzini: “E sai chi era il presidente della sezione del Consiglio di
Stato? Frascione”.
Moggi: “Eh questo se non lo facciamo
fuori!”.
Mazzini: “Ma Lo avete sempre difeso voi”.
Moggi:
“Se non lo facciamo fuori diventa un casino”.
Mazzini: “Ma
come si fa a tenere Frascione”.
Moggi: “Ma poi a fare così si va contro alla Federazione eh!”.