Senza filtro
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Il vescovo Chiarinelli
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- E' stata data comunicazione dalla Procura della Repubblica di Viterbo di un procedimento nei confronti di un parroco del Viterbese.
L'oggetto dell'indagine, nella genericità della prima formulazione, dovrà essere ulteriormente precisato e saranno le indagini in corso a definirlo.
All'indagato è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Non si trova, pertanto, né nel carcere di Viterbo né in altro istituto di pena.
È in un luogo riservato in attesa dei previsti dovuti interrogatori. Nel merito ogni affermazione sarebbe, allo stato, arbitraria o strumentale.
Nessuno può essere condannato senza essere giudicato.
Lo stato di diritto riconosce e tutela la dignità di ogni persona che è da ritenere innocente prima che intervengano comprovate risultanze in contrario.
È, tuttavia, assai diffusa una mentalità che, da un lato chiede forti garanzie per la privacy delle persone e, dall'altro, si lascia andare a colpevolizzazioni immediate, anche immotivate e non raramente pregiudiziali.
Il male - è vero- ovunque si annidi va perseguito con lucidità. Ma i giudizi sommari e le anticipazioni arbitrarie non sono componibili con il rispetto delle persone e con le regole fondamentali della convivenza civile.
Nella presente incresciosa situazione la sorpresa e l'amarezza attanagliano tutta la comunità ecclesiale. Con lo sconcerto, però, c'è, la vicinanza per tutte le sofferenze che, direttamente o indirettamente, la vicenda porta con sé.
L'attesa e la fiducia da parte nostra accompagneranno l'iter chiarificatore di così imprevisto e sconcertante provvedimento. Né diminuisce la speranza giacché lo splendore del vero e del bene è sempre più forte di ogni ombra.
Ufficio comunicazioni sociali della Curia Vescovile